VIDEO Ho fatto un sogno… un sogno all’incontrario




Ho fatto un sogno
un sogno all’incontrario
ho fatto un sogno
un sogno poco serio
Ho sognato che tutto quello che andava male andava bene
e tutto quello che andava bene andava male…
andava quasi tutto bene!
La mia città era piena di verde,
tanto che i semafori per l’imbarazzo rifiutavano il rosso e l’arancione
Ai semafori c’erano ancora i marocchini.
La gente si fermava e gli lavava gli occhiali.
E i marocchini gli davan due o tremila lire,
ma il denaro non aveva valore. Perché? Perché, perché…
Ho fatto un sogno
un sogno all’incontrario
ho fatto un sogno
un sogno poco serio
Ho sognato che a un certo punto arrivava uno e diceva:
“Vai col blues!”
Ho sognato che l’AIDS si prendeva quando NON si scopava
che quando i figli tornavano a casa troppo presto la sera
i genitori dicevano:
“Ma sei già qui? Ma mi vuoi morire vergine? Dài, riesci!”
“Papà, devo fare i compiti!”
“Prima ciurli, poi fai i compiti!”
Baby…
Ho fatto un sogno
un sogno all’incontrario
E… A… I… U… e mancava la O!
Era un sogno dove io volavo volavo volavo volavo
e dall’alto vedevo Milano e vedevo anche la Svizzera
e la Svizzera nel sogno all’incontrario era uguale
perché il contrario di neutro è neutro
le cose che non san d’un cazzo continuano, baby…
Ma la mia città, la mia città, la mia città,
la mia città era perfetta:
in piazza del Duomo c’erano i piccioni che fotografafano i giapponesi,
i giapponesi che facevan la cacca in testa ai piccioni
E la mia città aveva una giunta vera,
con geometri che facevano i geometri,
assessori che facevan gli assessori
e i ladri che facevano i ladri
e non c’erano i geometri che facevano i ladri,
gli assessori che facevano i ladri
e i ladri che non sapevan che cazzo fare
perché facevano tutto gli altri, baby…
Era un sogno a testa in giù…
Era un sogno perfetto,
dove in via Montenapoleone a Milano
sfilavano modelle americane basse e intelligenti
E nella mia città non c’era casino per un centro sociale
perché non ce n’era uno, ce n’erano
10, 12, 25, 38, 40, 50, 120, 250, 280… chi offre di più, baby?
E sui muri non c’erano spiaccicate le pubblicità dei Benetton
Perché spiaccicati sui muri c’erano… i Benetton!
Era perfetto, preciso, perfetto…
E come tutti i blues, come tutti i sogni
a un certo punto diventava un pochino più… dài… più intrigante!
A
E
I-O-U…
Io camminavo
avanti e indré
e non mi facevano
male i pè
perché avevo le tosce un po’…
le avevo pompate come dei clisteri
me l’ero messe al piede
e non mi era scoppiata una montagna dietro il culo
E nel cielo la luna
non era, non faceva la lampadina
Poi a un certo punto, chi ti vedo?
chi ti vedo? chi ti vedo?
chi ti vedo? chi ti vedo? chi ti vedo?
chi ti vedo? chi ti vedo? chi ti vedo? chi ti vedo?
chi ti vedo? chi ti vedo? chi ti vedo? chi ti vedo? chi ti vedo?…
Disperato, distrutto su un marciapiede…
non ti vedo…? Craxi!
E lui mi fa: “Buonasera”
Faccio: “Buonasera… bisogna vedere come va a finire, non è che…”
“Senta, non faccia lo spiritoso”
“Sono un comico!”
“Ah, lei fa il comico?”
“Sì”
“Ah, lei ha fatto molti soldi grazie a me”
“Calmi, però, eh, cazzo… sì, allora mi può fare un favore?
“Vabbé, dica e vediamo…”
“Può chiedere scusa a tutti e lo diciamo anche agli altri?”
Allora mi sono avvicinato, ho guardato meglio,
ma non era Craxi, era uno che gli somigliava,
perché anche il sogno all’incontrario, dài,
non è che puoi chiedere l’impossibile!
A E O U… ho fatto un soooooooooogno…

Paolo Rossi

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