VIDEO Inizia sempre tutto così…. il vento gira…



Inizia sempre tutto così: il vento gira, un soffio impercettibile all’inizio, e poi, senza quasi accorgertene, l’onda inizia a sollevarsi e la barca comincia a sbattere un po’. È stato proprio quel segnale a dirci che il trasferimento del Confortine 42 da Rimini verso la Liguria sarebbe stato avventuroso, eppure meraviglioso.

Avevamo studiato la rotta e, soprattutto, le previsioni. Se c’è una cosa che impari presto quando navighi, è che la perturbazione ti “parla” da lontano: l’onda, generata dal vento che soffia al largo, si propaga molto più velocemente di quanto lo stesso vento riesca a viaggiare. Può arrivare alla barca anche a più di cento miglia di distanza, portandoti il suo messaggio: “Attenzione, il tempo sta cambiando.” Quando sei in mare, diventi sensibile a questi segnali. Li senti prima del rombo del temporale, prima delle raffiche più forti.

Spiegazione scientifica

Per comprendere come mai un’onda arrivi prima del vento, bisogna considerare come il vento stesso genera le onde. Quando soffia sulla superficie del mare, l’attrito fa increspare l’acqua in piccole onde; con il crescere dell’intensità del vento e del tempo in cui agisce sulla superficie (il cosiddetto “fetch”), queste onde si ingrandiscono e si uniscono, formando treni d’onda sempre più grandi. Una volta formatesi, le onde possono propagarsi autonomamente, spesso a velocità superiori a quelle del vento che le ha generate, perché la loro energia si diffonde attraverso il mare indipendentemente dalla persistenza del vento iniziale. Queste onde, dette “swell” o “mare lungo”, possono viaggiare per centinaia di miglia e raggiungere zone distanti dal nucleo di bassa pressione o dalla perturbazione che le ha originate.

I “canali” e l’intensificazione del vento e delle correnti

Un aspetto che rende il Mediterraneo tanto affascinante quanto impegnativo è la presenza di vari “canali”, in cui le correnti e il vento aumentano sensibilmente. Gli esempi più noti sono il passaggio attorno al “Tacco” d’Italia, a Santa Maria di Leuca, o quello nel Canale di Otranto, dove il fetch (lo spazio di mare su cui il vento agisce) è ampio e permette al moto ondoso di svilupparsi e ingrossarsi. Anche nel Canale di Sicilia, in certi periodi dell’anno, il vento “si incanala” tra la costa africana e quella siciliana, facendosi sentire in modo molto più intenso di quanto prevedano le carte meteo più ottimistiche.

Lo stesso principio vale alle Bocche di Bonifacio: il vento, costretto a passare tra le coste della Sardegna e della Corsica, subisce un effetto “cordolo”: accelera, si incanala e si apre poi a raggiera, gonfiando le onde per parecchie miglia a est del passaggio. Anche la corrente, seguendo queste strettoie naturali, tende a rinforzare l’intensità dei flussi, rendendo le manovre e la navigazione più interessanti – e spesso più impegnative.

Il nostro trasferimento

La partenza da Rimini è stata quasi tranquilla, ma noi sapevamo bene che saremmo andati incontro a condizioni più vivaci, specialmente avvicinandoci alle Bocche di Bonifacio, dove le raffiche di vento sfrecciano rapide e l’adrenalina al timone sale. È in quei momenti che senti la vera potenza del mare, e impari una volta di più quanto sia essenziale conoscere il suo linguaggio: un alito di vento, il moto ondoso, la pressione atmosferica che cambia.

Però, non c’è niente di più esaltante che stare al timone in mezzo a questo grande gioco. Sentire le onde che crescono, regolare la randa, sentire la barca che sbanda leggermente e poi si riallinea alla rotta giusta. Ogni nuova raffica è una scoperta, ogni rollio è un promemoria del fatto che sei ospite su qualcosa di più grande di te. Eppure, quando tutto si incastra al punto giusto, la sensazione è di pura libertà.

Abbiamo riso, sudato e ci siamo goduti ogni miglio, dal primo caffè al largo di Rimini fino alle acque più profonde dove il vento e le correnti s’incontrano alle Bocche di Bonifacio. L’emozione vera è stata poter dire, una volta approdati in Liguria, che era andato tutto alla perfezione: un gran bel trasferimento, navigato con rispetto e gioia, sentendo la potenza del mare in ogni onda.

È iniziato tutto così, con il vento che girava e l’onda che ci avvisava da lontano. Per chi ama il mare, non c’è suono più affascinante di questo avvertimento: un invito a mettersi in ascolto, ad afferrare il timone e a vivere l’essenza più pura della navigazione.

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