Questa mattina, appena mi sono svegliato, ho ricevuto questo brutto report via e-mail.
Airbnb, mi informa che nel mese di Ottobre, postumo al crollo del ponte la domanda di appartamenti ad uso turistico è diminuita del 47%.
Il consiglio di Airbnb è quello di abbassare i prezzi, forse l’algoritmo di Airbnb non prende in considerazione che non c’è stata una immediata diaspora dei turisti, ma gli è di fatto impedito di oltrepassare Genova verso Ovest, causa crollo. Ovviamente non sto dando la colpa al povero algoritmo di Airbnb che ha analizzato bene la situazione e ci ha fornito un dato, le colpe sono ben altre. Sentivo che anche l’acquario di Genova ha avuto un calo drastico delle prenotazioni. Sarebbe da fare una class action contro i colpevoli per tutti i disagi, che le loro scellerate non decisioni, hanno fatto crollare addosso a tutta la cittadinanza.
La situazione è invece critica dal punto di vista della viabilità. Abbiamo avuto un drastico calo delle prenotazioni per davvero e non vedo altre motivazioni se non essere associato al crollo del ponte, di solito i cali di prenotazioni si attestano ad un massimo del 20% mese per mese, come un cavo d’onda, ma in questo caso c’è stato un crollo immediato. ( articolo di TNS Liguria Genova, crollo ponte Morandi penalizza anche il turismo )
La spiegazione potrebbe proprio trovarsi nel crollo del ponte e nel fatto che anche i turisti francesi che provengono da Ovest, essendo crollato il ponte Morandi, non hanno intenzione di passare due ore in fila per poi arrivare all’interno di una Genova, purtroppo congestionata, ad oggi. Figuriamoci poi quando ci saranno le scuole aperte e saremo d’inverno. Bisogna subito trovare una via alternativa e far tornare la circolazione il più velocemente possibile fluida. Altrimenti ne va dell’economia già precaria della nostra tanto amata Genova.
