Siamo partiti di buona mattina dal porticciolo di Ustica
Venivamo da Ustica, la usticante Ustica. Siamo partiti di buona mattina dal porticciolo di Ustica. Abbiamo impostato le vele in maniera tale da poter fare una bella navigazione, leggera e fluida. C’era una bella brezza di mare che ci ha consentito di navigare a vela con un Yankee, trinchetta e randa. Durante la nostra navigazione abbiamo anche liberato una
tartaruga da una rete di plastica rossa, dove forse in realtà stava trovando rinfresco, sotto l’ombra che probabilmente proiettava ed abbiamo visto altre due tartarughe di mare. Abbiamo navigato per parecchio tempo, circa tre ore a vela, poi abbiamo acceso leggermente il motore per aumentare la velocità.
Abbiamo avvistato Alicudi da una trentina di miglia…
era laggiù, nascosta dalla leggera foschia all’orizzonte… faceva capolino ergendosi dal mare, come un triangolo di roccia stagliato nei blu.
Ci siamo arrivati sotto nel pomeriggio, verso le cinque. Subito sotto, ci siamo resi conto che l’isola è molto franosa, tanto che abbiamo avvistato un sacco i caprette che si inerpicavano lungo i costoni, intervallati da linee di frane. Inoltre abbiamo assistito dalla cima a una leggera frana, forse provocata da qualche capretta, la polvere s’è levata ben oltre la cima. Arrivando da Ustica, si vede la parte Ovest dell’isola ch’è decisamente disabitata e arida, franosa e decisamente inabitabile.
La grotta del diavolo
Ho notato un buco nero al centro, che dicono essere la grotta del diavolo. Su questa grotta ci hanno poi raccontando, che, il prete precedente dell’isola, un ex prete milirare che aveva fatto la campagna di Russia, si era fatto calare all’interno ed aveva, con un rito, esorcizzato il diavolo e finalmente l’aveva cacciato via dall’isola di Alicudi, per la felicità di tutta la popolazione.
Abbiamo tenuto l’isola di Alicudi a babordo
Sulla nostra sinistra e passando sotto quello che viene chiamata la Tonna, ci siamo avvicinati al campo boe, per presentarci davanti al paesino che si innalza dal mare sin quasi sopra la vetta dell’isola.
Lì ci aspettava il buon Simone, bravo ragazzo , il cui numero è +39 334 5305872. Simone gestisce il campo boe davanti al BAR Airone, ci ha subito prestato assistenza con una lancia in legno, ci ha passato il corpo morto della boa e ci ha fatto passare la nostra cima per l’ormeggio. Una volta fermi, abbiamo fatto i soliti riti di spegnimento e messa in sicurezza della barca e ci siamo subito tuffati a fare un bagno. Purtroppo c’erano parecchie meduse e siamo stati molto attenti a non farci urticare, ma purtroppo c’erano anche dei singoli filamenti, in sospensione nell’acqua..
È venuto trovarmi a bordo il mio amico Pier
Fatto il bagno, verso sera, poco prima del calar del sole, è venuto trovarmi a bordo il mio amico Pier accompagnato da due isolani che hanno un piccolo cantiere navale sull’isola. Ci hanno raccontato un po’ di storie sull’isola e sono stati davvero molto ospitali con noi. Il nostro armatore è sbarcato con loro. Ce ne siamo accorti quando abbiamo finito di fare tutte le procedure ed abbiamo chiuso la barca. Siamo sbarcati a terra anche noi con il tender di Angelica. Siamo atterrati al porto e ci hanno accolto tre bambini che stavano pescando ridenti e contenti. Dopodiché, ci siamo presi due birre al bar subito davanti al moletto e siamo andati a mangiare da Silvio, uno dei pescatori dell’isola.
Siamo andati a mangiare a casa di Silvio
Passando in mezzo alle case di altre persone, scalino dopo scalino, siamo finalmente entrati in casa di Silvio il quale ci ha fatto da mangiare in una maniera spettacolare. Credo di non aver mangiato così bene e così tanto da almeno due anni. Abbiamo dapprima mangiato una pasta con uova di tonno che ancora adesso mi fa venire la colina in bocca (sono le 9 del mattino e tornerei ora ad Alicudi, ma credo che in questa estate torneremo presto), poi siamo passati a pesce spada pescato di giorno, impanato e grigliato, poi abbiamo finito con una murena impanata e grigliata. Mamma mia, che bontà… il tutto insaporito da ottimo olio, trito di olive, zucchini, cetrioli e pomodori, tutti dal sapore vero e naturale, di terra vulcanica, specialmente nei pomodori, l’isola esaltava tutta la sua naturalità. Il pesce è davvero buono e Silvio e sua moglie sono persone splendide, persone vere, ospitali. Abbiamo mangiato con loro, in pratica, seduti su tavoli alla meglio arrangiati, come se fossimo a casa mia, in una grigliata improvvisata tra amici, insomma mi sentivo meglio che a casa mia. Devo dire che Alicudi, mi ha proprio sbalordito e impressionato.
Siamo andati a trovare il mio amico Pier inerpicandoci per una scalinata
Ci siamo inerpicati fino quasi a metà dell’isola. Da lassù si gode di un panorama fantastico. Stupendo, si riescono a vedere tutte le linee di corrente, si vedono le altre isole, come Filicudi, Vulcano, Stromboli e Panarea in lontananza. Accipicchia che bello, che bel gracidare di cicale e che bella vegetazione. Qui si costruisce tutto, o quasi tutto, trasportando a dorso di mulo. Soprattutto qui ad Alicudi è ancora ben radicata questa pratica, poiché non si può fare altrimenti a parte far arrivare un elicottero per trasportare i materiali da costruzione.
Durante la notte verso le 3:00 a.m. con il vociare dell’unico BAR che ancora era aperto, mentre stavamo guardando le stelle abbiamo osservato la barca a vela a fianco a noi, leggermente distante, almeno cinquanta metri, iniziare ad allontanarsi dondolando, dapprima ci siamo chiesti cosa stesse succedendo. Dopo è stato palese che la loro ancora stesse arando o direttamente
spedando, abbiamo provato a chiamarli al VHF, ma nessuna risposta. Abbiamo anche provato ad andarli ad avvertire con il gommone, ma niente… alla fine la barca è sparita all’orizzonte.
Bisogna stare molto attenti, su dove e su come si ancora alle isole Eolie.
Sopratutto con una barca a vela che ha un certo pescaggio di tolleranza. Il problema spesso è che riuscire a dare ancora in 10 metri con una barca che pesca 2 metri e quaranta centimetri e rimanere a distanza di sicurezza dalla battigia, senza dare troppo calumo è difficile, ma obbligatorio, poiché nel momento in cui la barca dovesse roteare verso mare, il calumo dell’ancora potrebbe non essere più così lungo per tenere la barca ancorata sul fondale, che a volte diventa anche il triplo in un cerchio di rotazione. A volte, ma spesso alle Eolie non è consigliabile farlo, sarebbe opportuno dare la cima a terra, ma essendo rotonde le isole, non si hanno ottimi ridossi e spesso dare la cima a terra, rimanendo esposti al vento non è consigliabile se non per qualche oretta di bagno.
Ed anche questa mattina ho visto una delle albe più belle che potessi vedere
Mi sono svegliato prestissimo, alle 5 a.m. poiché avevo dormito in pozzetto, sotto le stelle. Zero umidità sulla tuga per fortuna e tutte le barche, in una bonaccia totale, si erano disposte, all’ancora, una diversa dall’altra. Sembrava di sta in mezzo ad un lago d’olio. Mi sono svegliato con Filicudi davanti agli occhi, che si stagliava all’orizzonte.
I migliori gamberetti che ho mangiato in vita mia
Tornati al porto, dopo una bellissima arrampicata per le scalinate di Alicudi, siamo stati invitati da un pescatore dell’isola e da Vito a mangiare degli ottimi gamberetti di nassa. Buonissimi, piccolissimi, andavano via come le patatine, assieme ad un buon bicchiere di vino ghiacciato. Purtroppo abbiamo dovuto issare le vele ed allontanarci da Alicudi in direzione Marina Capo d’Orlando per andare a fare dei controlli sulla baderna.
La magia di Alicudi?
La cosa bella di Alicudi è che per andare a casa dei tuoi amici o visitare semplicemente, la vetta dell’isola, devi per forza passare in mezzo ad altre case o ai loro giardini. A volte escono fuori i proprietari, che con grande gentilezza, ti offrono da bere e ti accolgono in casa, anche solo per farti riposare un poco durante la tua ascesa o discesa. Sono davvero molto ospitali a differenza di altre isole dove invece, spesso, noti la repulsione verso lo straniero, che passa nel giardino, magari solo avendo sbagliato il sentiero.
A presto Alicudi, non è detto che ci si veda ancora quest’anno…
Che figata di isola, davvero bella, rilassante e accogliente.
Bel viaggio
Ja… gran bel viaggio… 🙂
Eh ja… Molto, molto, molto bello…
Però si chiama “TONNA” non Tonnara C’è anche il sito internet http://www.tonna.it Ed è proprio vero che é un’isola speciale!
Grazie… correggo subito, grazie per il contributo, bel sito.. 🙂
Grazie Laila, modificherò l’articolo citandoti, grazie per il commento, sei stat molto gentile. Stephen Kleckner
Grazie, ho corretto, mi farebbe piacere conoscerti, quando scendo… 🙂 linko il sito.. 🙂
Io ho avuto la fortuna di lavorare su quell’ isola magica. È meravigliosa…sono stata la maestra di solo due alunne! Tu l hai vissuta in estate ,io durante l’ inverno. Un saluto dalla maestra Beatrice.
Ma che bella storia… una classe con due alunne.. wow.. saranno state seguite benissimo.. dev’essere bellissimo vivere un anno intero su di un isola. Al tempo stesso, potrebbe essere alienante, ma devo dire ch ero trovato una comunità davvero unita. Grazie Beatrice per il tuo commento, chissà se mai ci incontreremo. Stephen Kleckner