Trasporre le teorie e il loro formalismo d’origine, la matematica, fino al paese delle parole, è un trasloco tanto delicato quanto essenziale: delicato perchè i concetti della fisica sono ancora più fragili della porcellana; essenziale perchè questa operazione è una sfida di ordine etico, dal momento che il nostro modo di dire le cose, determina il nostro modo di pensarle: se le diciamo male, le penseremo male.
Étienne Klein
Siamo alla ricerca dell’autore..
Al fine del video Teoria della relatività #10 – L’errore di Einstein – CURIUSS viene citata una frase di cui non si conosce l’autore. Se lo trovate potete scriverlo nei commenti del video che vedete qui sotto o nei commenti al mio post qui sotto che poi provvederò a segnalarlo a Gualtiero, che poi provvederà a segnalarlo aa Alan… 🙂
Grazie.. 🙂
Autore trovato…
Non ci ho messo molto… Ho fatto un paio di ragionamenti. Pochi minuti dopo aver scritto questo post credo di aver già trovato l’autore… Ho pensato che ad Alan piace il francese, spesso cita frasi in francese e forse potrebbe aver letto qualcosa di qualche autore francese.. quindi ho provato a fare delle traduzioni, dapprima in inglese, poi ho ragionato sul francese ed ho iniziato a cercare piccole parti in rete. Quindi ho, forse, trovato l’autore di questa stupenda frase e la riporto nella lingua nella quale credo sia stata detta da Étienne Klein:
L’idée n’est donc pas de vulgariser la physique, mais de la déménager depuis son formalisme d’origine — les équations mathématiques — jusqu’au langage ordinaire. Cette opération de déménagement est à la fois délicate et essentielle. Délicate parce que les concepts de la physique sont encore plus fragiles que la porcelaine, de sorte que si on ne prend pas de précautions, on les casse. Essentielle parce que cette opération est un enjeu éthique : dès lors que notre façon de dire les choses détermine notre façon de les penser, si nous les disons mal, nous les penserons mal : nous ferons dire à la physique ce qu’elle ne dit pas et nous ne lui ferons pas dire ce qu’elle dit. Il faut donc travailler sérieusement à bien la comprendre et à bien la dire.
La frase fa parte di un più ampio discorso che potete trovare qui https://manualzilla.com/doc/6397346/en-débats—villa-gillet e che provo a tradurre qui sotto:
L’incertezza o il carburante per la ricerca come fisico, la menzione della parola “incertezza” mi ispira tre tipi di considerazioni. Il primo riguarda il destino culturale del famoso “Principio di incertezza di Heisenberg”, apparso nel 1927 durante lo sviluppo della fisica quantistica. Tutti oggi concordano sul fatto che dovremmo “condividere la scienza” di più. Resta il fatto che per tradurre la fisica in frasi non basta depositare i suoi messaggi od i suoi risultati in un linguaggio ordinario, perché questo generalmente porta al loro travisamento, anche al loro tradimento. Per prima cosa devi fare un vero salto, che non ha nulla a che fare con il salto con l’asta dove il saltatore, salvo un incidente, è lo stesso all’arrivo di prima. Il salto in questione qui non può essere un semplice spostamento: deve essere una vera trasformazione. Non si tratta di trasportare la fisica così com’è nel linguaggio così com’è, ma di “metaforizzarla”, di tradurla in una certa direzione, facendo attenzione a non perdere mai i suoi concetti. stranezza che hanno in relazione a nozioni comuni (non a caso metafora significa in greco “muoversi”). Quindi l’idea non è di rendere popolare la fisica, ma di spostarla dal suo formalismo originale, le equazioni matematiche, al linguaggio ordinario. Questa operazione di trasposizione è delicata ed essenziale. Delicato perché i concetti di fisica sono ancora più fragili della porcellana, quindi se non prendi precauzioni, li rompi. Essenziale perché questa operazione è una questione etica: poiché il nostro modo di dire le cose determina il nostro modo di pensarle, se le diciamo male, le penseremo male: faremo dire alla fisica ciò che non dice e non le faremo dire quello che dice. Dobbiamo quindi lavorare seriamente per capirlo bene e per dirlo bene. La domanda che vorrei porre è quindi la seguente: siamo stati in grado di “spostare” il principio di indeterminazione di Heisenberg? In generale, riassumiamo dicendo che non possiamo conoscere simultaneamente la posizione e la velocità di una particella quantistica. Il che implica che qualsiasi particella avrebbe una velocità e una posizione ben definita, ma che la fisica quantistica “cattiva” ci impedirebbe di conoscerle simultaneamente … Tuttavia, il formalismo della fisica quantistica dice ben un’altra cosa: secondo lui, una particella quantistica non è mai una particella, e quindi non possono essere attribuite le proprietà – una velocità e una posizione – che la fisica classica attribuiva a questo tipo di oggetto. Questo maledetto, che forse era anche un malinteso, ebbe conseguenze filosoficamente disastrose. Grazie a lui, continuiamo a ripetere che il mondo quantistico sarebbe un mondo “sfocato” o che la fisica quantistica limiterebbe il nostro potere di sapere… In breve, siamo arrivati a credere che la fisica quantistica non avrebbe cambiato il natura degli oggetti fisici, ma solo la nostra capacità di conoscerli… Questa è una bella sciocchezza. Perché ciò che la fisica quantistica dice non è che gli oggetti quantistici sono oggetti classici con proprietà incerte, ma che sono altri tipi di oggetti rispetto agli oggetti classici…
Potete anche scaricare il file .pdf che contiene la frase ed il pensiero di Étienne Klein, potete scaricarlo anche qui… Mode d’emploi un festival des idées
Fonte
Sito ufficiale di Etienne Klein
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