Dopo aver visitato al mattino il Monte Fumaiolo, con le sue sorgenti e la cascata del Tevere, abbiamo deciso di proseguire verso il Castello di Colorio.
Il trekking è molto affascinante: si parte dalla Chiesa di Colorio e si scende verso le anse del fiume, sempre il Tevere, che si attraversa in più punti prima di iniziare la salita verso il Castello di Colorio, oggi un rifugio non custodito. Il percorso attraversa un suggestivo paesaggio di argille spezzate e boschi fitti, conducendo infine al castello.
Purtroppo, il rifugio era in condizioni non ideali. All’interno, qualcuno aveva lasciato rifiuti sul tavolo: scatolette di tonno, un sacchetto con pane ammuffito e resti di cibo attaccati dai topi, le cui deiezioni erano sparse su tutto il tavolo.
Decisi a ripulire l’ambiente, abbiamo utilizzato il sapone e l’acqua, recuperata aprendo la valvola dalla botola verde posta davanti la porta di ingresso nella parte inferiore del castello, per lavare il tavolo. Dopo aver raccolto i rifiuti, li abbiamo lasciati all’esterno del rifugio e ci siamo diretti alla ricerca del “Sasso che Ride”, una curiosa formazione geologica situata nel bosco. Simone, il mio compagno di viaggio, aveva già provato a trovarlo, ma si era perso a causa della scarsa segnaletica del sentiero.
Dopo una camminata di altri due chilometri, siamo finalmente arrivati al “Sasso che Ride”, e Simone, entusiasta, ha visto coronare la sua ricerca. Sulla via del ritorno, siamo passati di nuovo dal rifugio per recuperare il sacchetto della spazzatura e siamo rientrati rapidamente alla macchina. Il ritorno dal rifugio ci ha impiegato circa 40 minuti per arrivare alla macchina posteggiata vicino alla chiesa in via di Colorio.
Storia di COLORIO – Castel di Colorio
Ad ovest di Coloria (Verghereto)
Castrum Colorii, nominato anche Colloreli, apparteneva nel 1216 ai Guidi di Modigliana. Nel 1220 fu concesso da Federico II alla Chiesa sarsinate, alla quale dovettero prenderlo i Faggiolani, poiché una carta del 1338 riporta che il castello era soggetto a Paoluccio della Faggiola.
Tornato in possesso dei Guidi, i Fiorentini, condotti da Giacomo Salviati, nel 1404 l’espugnarono e lo sottomisero per sempre.
Castel di Colorio è una casa colonica disabitata, sperduta nella forra boscosa del Rio di Colorio; sul poggetto sovrastante restano due vani seminterrati e la cisterna, ancora intatta, della rocca.